Centro Grioni, ha riaperto la piscina del “Paguro”
La piscina del centro Grioni torna ad aprire i battenti dopo l’emergenza sanitaria legata al Covid.
Presso la sede del “Paguro” di largo Stefano e Angela Danelli l’impianto rappresenta un’eccellenza nel Lodigiano: ospita grandi e piccini per terapie in acqua e attività legate al benessere.
«In Lombardia non ci sono molti centri di riabilitazione in acqua – commenta Francesco Maria Chiodaroli, direttore generale della Fondazione Stefano e Angela Danelli -. Dunque, siamo in contatto con i rispettivi direttori sanitari con l’idea di condividere il medesimo protocollo per la riapertura delle vasche in sicurezza nel mese di ottobre. L’aspetto più rilevante consisterà nell’igienizzazione dei locali adibiti a spogliatoio. Di per sé l’acqua non rappresenta un problema: clorata e a una temperatura di 34 gradi, assicura agli utenti un ambiente igienizzato e del tutto sicuro».
Sono 190 i piccini in carico al centro per attività di fisioterapia, logopedia e psicomotricità; venti, invece, dai 2 ai 6 anni seguiti dal centro per l’autismo e 22 gli adulti con disabilità acquisita che frequentano quotidianamente il cento diurno.
«Grazie alla donazione da parte della Fondazione comunitaria e dell’Associazione Amici della Danelli abbiamo ricevuto un atomizzatore a perossido di idrogeno da usare presso il centro residenziale; un secondo – spiega Chiodaroli – abbiamo provveduto ad acquistalo per il centro Grioni. Un investimento importante per tutelare i nostri utenti».
Distanziate tra un turno e l’altro, le terapie in stanza o in vasca si svolgono con un rapporto uno a uno e sarà possibile riprenderle in presenza solo dopo aver eseguito lo screening sierologico. «Effettivamente non abbiamo mai chiuso – specifica il direttore – perché abbiamo svolto teleriabilitazione con sorprendenti risultati clinici. Ringrazio in particolare la dottoressa Paola Morosini, dirigente dell’Uonpia (Unità operativa neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, ndr) di Lodi che, grazie alla convenzione con Asst, ha messo a disposizione il centro e un’infermiera specializzata nell’accoglienza di bambini fragili per il test sierologico. Da parte nostra – prosegue Chiodaroli – abbiamo svolto un indispensabile percorso preparatorio attraverso l’uso di immagini, video e con l’ausilio della Caa (Comunicazione aumentativa alternativa, ndr) per accompagnare bimbi con situazioni di disabilità alla consapevolezza del prelievo, aiutandoli a superare la paura».
Lucia Macchioni (da “Il Cittadino” – 23.9.2020)
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