Il Design delle Emozioni: ambientazione plurisensoriale Snoezelen con intervento integrato di Stimolazione Basale
La percezione di sensazioni ed emozioni e la comprensione del loro significato, dipende, in qualche misura, dalla capacità di integrare e far interagire i vari sensi.
Spesso le persone con disabilità non riescono a distinguere in modo adeguato queste sensazioni e rimangono confuse da ciò che vedono, sentono, assaggiano, annusano, toccano.
Tutto ciò ha portato a sviluppare per persone con deficit cognitivi metodologie di stimolazione basate sui cinque sensi e la loro combinazione quali le stimolazioni basali, la Comunicazione Aumentativa e la globalità dei linguaggi.
Tra queste metodologie si inserisce anche quella della stimolazione plurisensoriale.
Viene realizzata in ambienti dedicati: la progettazione di tali ambienti nasce dalla necessità di trovare uno spazio di osservazione tale da accogliere una serie di soluzioni mirate a stimolare i soggetti su più canali sensoriali.
A queste esigenze ha dato risposta un gruppo di terapisti che verso la metà degli anni ’70 hanno sviluppato un approccio che hanno battezzato “Snoezelen”.
Il termine SNOEZELEN deriva dalla contrazione dei verbi olandesi “snuffelen” e “doezelen” che significano “annusare “(o” esplorare”) e “dondolarsi”, che evidenziano gli aspetti sensoriali e di rilassamento da cui i due terapisti Jan Julsegge e Ad Verheul sono partiti per intraprendere le prime ricerche sulla stimolazione sensoriale.
SNOEZELEN è un approccio che fa ricorso a tutti e cinque i sensi e alla loro interazione e, a tal fine, utilizza una vastissima serie di effetti luminosi, musicali e uditivi, di aromi e di forme, di superfici tattili; tali effetti sono prodotti da apparecchi che sono opportunamente attivati dagli operatori in funzione delle caratteristiche dei singoli pazienti.
Nasce quindi l’esigenza di creare luoghi particolari, le stanze Snoezelen, ambienti ricchi di stimoli sensoriali ottenibili attraverso strumenti che non comportino richieste di eccessive capacità cognitive ma che coinvolgano e stimolino le residue abilità sensomotorie delle persone con cerebrolesioni congenite ed acquisite
Ad oggi l’approccio SNOEZELEN è utilizzato quotidianamente in vari campi dell’attenzione alle persone fragili e ai problemi di interazione con i caregivers.
L’applicazione dello snoezelen ha rilevato benefici specifici, secondo una ricerca condotta dall’Università di Dundee, per diverse tipologie di utilizzatori.
Persone con disabilità: a livello mondiale questo è l’utilizzo più ampio che è fatto del sistema SNOEZELEN. Le stanze SNOEZELEN sono utilizzate come “zona neutra” adatte ad ogni età e a varie disabilità in cui possono stabilirsi relazioni positive lontano dallo stress della quotidianità vissuta, ottenendo miglioramenti nell’area delle motivazioni, della concentrazione e della coordinazione.
SNOEZELEN è utilizzato come linguaggio di comunicazione non-verbale, per migliorare il rilassamento e per fornire stimoli alle persone che sarebbe impossibile raggiungere altrimenti. L’atmosfera calma e rilassata di una stanza SNOEZELEN fornisce la situazione ideale per lo sviluppo delle relazioni terapeutiche. Persone con ansia, tensione o depressione possono arrivare ad aprirsi per parlare delle loro emozioni e dei loro sentimenti.
Disturbi da Stress Post-Traumatico: una stanza SNOEZELEN costituisce un luogo sicuro dove le persone, adulti e bambini, con esiti di trauma da varia origine possono ricominciare a comunicare, riconquistare la confidenza e ricostruire relazioni affidabili. Ulteriori ricerche hanno evidenziato la capacità degli ambienti SNOEZELEN di indurre un rilassamento profondo e migliorare i ritmi del sonno.
Esiti da ictus e trauma cranico: nella Clinica Universitaria di Gand in Belgio i terapisti lavorano con giovani colpiti da ictus o trauma cranico. Le medesime attrezzature SNOEZELEN che stimolano i pazienti passivi servono al rilassamento di quelli più inclini all’agitazione. Queste attrezzature consentono alla Clinica di offrire un servizio terapeutico combinato, rivolto sia alle competenze motorie grosse che alle necessità emotive, con l’obiettivo di portare ogni paziente a raggiungere il massimo livello funzionale possibile. Reparti di tutta Europa hanno usato questo approccio con risultati documentati.
L’allestimento dello spazio SNOEZELEN presso il CDD Danelli day offre ulteriori ed efficaci opportunità riabilitative e rieducative per gli utenti con disabilità acquisita e per i giovani utenti con disabilità congenite che necessitano cicli di interventi riabilitativi intensivi.
L’approccio plurisensoriale previsto dal progetto della Fondazione Danelli prevede, inoltre, l’integrazione tra ambiente Snoezelen e l’attività di Stimolazione Basale.
La stimolazione basale è una pratica di assistenza, accompagnamento e incoraggiamento per persone in condizioni gravi, affetti da disabilità multiple sia fisiche che psichiche, in cui, attraverso l’utilizzo di diverse posture stabilizzanti di benessere psico-fisico, si cerca di ottimizzare l’apertura verso il mondo esterno, permettendole di viversi e percepirsi come un individuo attivo nel suo ambiente. L’obiettivo di questo approccio è di proporre ad alcuni ospiti del CDD Danelli day esperienze sensoriali semplici, chiare e strutturate. Una riabilitazione dunque, finalizzata principalmente a stimolare un maggior sviluppo delle capacità di un gruppo di utenti gravemente danneggiato, tenendo sempre conto della particolare biografia, dei bisogni reali e delle capacità comunicative di ciascun caso, e senza mai dimenticare la centralità della persona, per favorire un aumento della motivazione e della consapevolezza della propria esistenza e migliorare la qualità della vita.
Lo scopo della stimolazione basale è di compensare la mancanza di esperienze basate sull’iniziativa personale così come la mancanza di movimenti autonomi di interazione con l’ambiente.
Si basa sulle conoscenze della psicologia prenatale e su ricerche che affermano come ogni essere umano già nella vita prenatale sia dotato di capacità ricettive molto intense e di una mobilità attiva che gli permette di acquisire alcune competenze fondamentali come la percezione attraverso la globalità del corpo, la capacità di muoversi, di utilizzare la sua pelle per sentire le sue mani, i suoi piedi, la sua bocca. L’approccio prevede l’applicazione di esperienze sensoriali (vestibolare, somatica, vibratoria, orale, olfattiva etc.) che siano pianificate, controllate e individualizzate sulla persona.
Il trattamento prevede:
– stimolazione vestibolare → stimolazione che riporta ad esperienze motorie antiche; ne fanno parte cambiamenti di posizione nello spazio, il dondolio ritmato, i movimenti di salita e discesa e le rotazioni nello spazio.
– stimolazione somatica → stimolazione che deve rispettare i principi di base della simmetria, della tensione e del rilassamento (in alternanza armoniosa) sperimentabili attraverso continui cambi di posizione e attraverso la stimolazione manuale, della ritmicità (ritmo della respirazione). L’obiettivo della stimolazione sul piano somatico è quello della differenziazione dello schema e della percezione corporea. Si effettua ad esempio attraverso una stimolazione manuale trasmettendo quindi una stimolazione intensa della pelle partendo dalle estremità e arrivando fino alla schiena e alla colonna vertebrale ma anche al viso (che ha come obiettivo finale quello di migliorare la capacità di mangiare). Si può poi in seguito differenziare la stimolazione e quindi la percezione somatica utilizzando diversi materiali al posto delle mani (come asciugacapelli e diversi tipi di stoffa);
– stimolazione vibratoria → è molto vicina alla stimolazione vestibolare ed è importante per far scoprire alla persona il suo scheletro, iniziando dalle parti distali per arrivare a quelle prossimali.
– stimolazione della comunicazione → attraverso ad esempio il baby-talk e delle regole precise che pian piano devono far capire alla persona disabile che la sua voce provoca reazioni in circostanze precise;
– stimolazione delle attività di gioco e di esplorazione → effettuate in posizione seduta corretta, posizione indispensabile per l’attivazione della persona, in cui si vanno a mettere in gioco tutti i sistemi di percezione (udito, vista, gusto, tatto, sistema vestibolare) integrandoli fra loro, soprattutto attraverso oggetti familiari, graditi e che rimandano stimoli differenziati.